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Il Museo della corda e degli antichi mestieri è nato dalla volontà di recuperare la memoria storica delle tradizioni e delle attività economiche che hanno plasmato nel tempo l'immagine del paese. Lasciata la reception (con i tre oggetti-simbolo del museo: un carro da fornace, un rotolo di corda, un attrezzo agricolo), si entra nella prima sala del museo dedicata al mattone: la documentazione storica e fotografica della Fornace di Orciano è affiancata da esemplari di prodotti finiti e da manufatti realizzati con tali prodotti (muro ad una, due o tre teste; muro a sacco; arco a tutto sesto; solaio di copertura con manto di coppi e tegole). A conclusione della visita la proiezione di un dvd didattico ripropone il processo produttivo del laterizio. La seconda sala del museo presenta al visitatore un'attività tipica di Orciano: quella dei fabbricatori di corde, noti nel territorio per la loro abilità e ricercati anche dai marinai fanesi per il sartiame dei loro pescherecci. Dopo la presentazione delle materie prime per la produzione della corda, si passa agli strumenti di lavoro (forme, girelle, garbini) a cui fanno da completamento pannelli descrittivi e immagini fotografiche. Viene poi riproposto l'intero macchinario ("manzola" e rastrelli), con corde in lavorazione, corredato da una ricca campionatura di corde di vario genere ed uso. La presentazione di oggetti e attrezzi agricoli serve poi a ricondurre il tutto entro l'ambiente rurale a cui anche le varie attività artigianali locali si rapportavano. Una sala a parte è dedicata allo scultore Giò Pomodoro, nativo del luogo, la cui opera "Sole Deposto" orna la piazzetta, dove sorgeva la sua casa natale, sulla quale si conclude la visita.